Cos'è la tecnica Pilates
 
 
   
 
 
 
“…l’acquisire e il godere di un benessere fisico, di una calma mentale e di una pace spirituale non ha prezzo per il loro possessore... e solo attraverso Contrology che questa “trinità” unica di corpo, mente e spirito può essere raggiunta” J.H. Pilates

Porta il nome del suo inventore, Joseph Hubert Pilates, che inizialmente la chiamò “Contrology”, quella che viene considerata “ginnastica innovativa” ma che, in realtà, è quasi centenaria. In essa si fondono principi-guida delle discipline orientali (armonia e lentezza nell’esecuzione dei movimenti) ed esigenze del mondo occidentale (rieducazione corporea e forma fisica), un connubio vincente che rende tale tecnica anche interessante affiancamento agli sports e notevole supporto alla riabilitazione.
Ma come si è diffusa in tutto il mondo in meno di un secolo a partire da un unico studio a New York?
Per comprendere il successo di questa tecnica bisogna innanzitutto capire come è nata: Pilates era uno sportivo completo nonché grande ricercatore, che aveva praticato diverse attività per rafforzare la sua costituzione inizialmente gracile, al punto di diventare addirittura istruttore di autodifesa degli agenti di

  Scotland Yard. Emigrò negli USA dalla natìa Germania quando il regime nazista manifestò interesse per le sue teorie sull’educazione fisica, elaborate studiando persino i movimenti animali.
Il metodo Pilates, finalizzato all’uso armonico di ogni parte del corpo e allo scarico delle tensioni dalla colonna vertebrale, si fonda su semplici principi: baricentro, respirazione,fluidità, concentrazione, controllo, precisione.
“Tutto passa per il centro” sosteneva lo stesso Pilates: l’addome è il punto in cui si genera la forza necessaria al compimento di ogni esercizio, evitando sforzi eccessivi a distretti corporei già eccessivamente sollecitati (collo, spalle, muscoli dorsali).
Il respiro è l’altro elemento fondamentale: in questa tecnica ci si muove durante l’espirazione ( contrariamente a quanto ci viene spesso insegnato in molte palestre), favorendo così la fluidità dei gesti, che non devono mai essere eseguiti in maniera affrettata o “a strappo”.
La concentrazione favorisce l’unione di questi principi permettendo di “metterci in ascolto” del nostro corpo, aiutandoci a comprendere i nostri limiti fisici grazie al controllo dei movimenti ed a provare a superarli con la precisione dell’esecuzione.
     
 
 
 
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